In Italia, in Europa e nel mondo da qualche mese “si conta”. Prima si contavano i giorni per nuovi decreti, poi per la fine del lockdown, dopo si è iniziato a contare i giorni che mancavano all’inizio della fase 2; nel frattempo non si è mai smesso di contare i contagi, i posti in terapia intensiva e i decessi.
Niente e nessuno è stato escluso dalla conta del virus, divenuto pandemia, che si allargava a macchia d’olio su tutti i paesi. Una pandemia che ha generato crisi sia nel sistema sanitario che economico: una crisi sistemica.
Risulta evidente il fatto che non è possibile affrontare la crisi economica senza “la salute”. Il primo passo, infatti, è stato quello di proteggersi grazie ai DPI Questi dispositivi di protezione sono reperibili anche online su vari e-commerce, come ad esempio Maskhaze, che vende mascherine protettive FFP2 e gel igienizzante per le mani a prezzi concorrenziali.
Virus ed emissioni
Mentre si imparava a proteggersi, hanno dovuto bloccarsi interi settori di produzione e adesso che certe norme risultano diventate quasi una “normale” abitudine, continua la lotta di molti professionisti che hanno dovuto reinventarsi; tanti sono i settori che andrebbero necessariamente ripensati. Infatti moltissime aziende hanno aumentato lo “smartworking” permettendo ai propri dipendenti di lavorare da casa per ridurre la diffusione del contagio.
Non sono pochi gli analisti che nell’attuale situazione prevedono il dilungarsi della crisi dovuta al Covid-19, addirittura considerandola potenzialmente più grave di quella che travolse l’economia globale negli anni 2008-2009.
Questo scenario ha allargato ulteriormente l’orizzonte, esplicitando di nuovo la realtà di un divario sociale imponente, di quello ambientale ed economico. Ci si chiede se non è da sognatori la possibilità di ripensare l’intero sistema senza mascherine ed in chiave sostenibile; trasformando la crisi in qualcosa di positivo, realizzando la necessità di basse emissioni, dando vita ad uno sviluppo condiviso ed equo.
Bloccare la produzione industriale ha significato ridurre al minimo le emissioni di CO2, questo è accaduto in Cina, grazie alla sostanziale diminuzione dei consumi energetici e anche se non sono ancora chiari i dati Europei, si può presumere che sia accaduto lo stesso.
Tutto questo però, potrebbe nascondere uno spaventoso rovescio della medaglia. Quando a causare la riduzione di emissioni sono recessioni economiche, questi benefici tendono ad essere temporanei e si potrebbe prospettare una crescita delle emissioni nel momento in cui le economie, naturalmente, cercano di recuperare tendendo all’assetto precedente.
Secondo il World Resource Institute è questo quello che è successo nel 2010 “dopo la crisi finanziaria globale del 2008 le emissioni globali di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili e dalla produzione di cemento sono cresciute del 5,9 per cento nel 2010, compensando di molto la diminuzione dell’1,4 per cento registrata nel 2009”
Primo passo: sconfiggere il coronavirus
Prima del virus, i dispositivi di protezione delle vie respiratorie venivano utilizzati per il lavoro ed in tante zone del mondo accadeva anche di indossarle per fare una semplice passeggiata.
Le mascherine fanno compagnia all’uomo da un periodo precedente al Coronavirus, a causa delle sostanze altamente nocive prodotte sul lavoro e dal lavoro.
Per quanto riguarda l’infezione del virus esiste un ulteriore problema: la trasmissione tra soggetti e la trasmissione da soggetti apparentemente asintomatici.
Le indicazioni sul tipo di mascherine da utilizzare per il Covid riguardano innanzitutto il tipo di rischio al quale si è sottoposti quotidianamente, quindi la scelta di un determinato materiale, l’attenzione nel modo corretto di indossarle e poi lo smaltimento.
Molti studi confermano che utilizzare la mascherina nel modo corretto permette un’alta probabilità di “ridurre la trasmissione” delle infezioni virali respiratorie, come quella causata dal Coronavirus. Una curiosità (tanto per alleggerire il tema) è che le mascherine, in genere, non proteggono dal comune raffreddore.
É evidente, che più cresce il numero di persone che utilizzano i dispositivi di protezione individuale, fino ad arrivare all’insperato TUTTI, più cresce l’impatto sulla diffusione. La scienza quindi è positiva anche rispetto alle mascherine “fatte in casa”, purchè vadano ad integrare la distanza sociale e le norme igienico sanitarie da tenere sempre presenti.
Le sciarpe, i foulard, i fazzoletti riducono il rischio di trasmissione, ma dipende dal tessuto che deve essere spesso e creare una barriera per bocca e naso. Servono più che altro a proteggere gli altri.
Anche le mascherine di carta o chirurgiche servono sostanzialmente a proteggere gli altri e ridurre il rischio di diffusione del virus ma bisogna indossarle correttamente e non devono bagnarsi.
Per le persone a contatto con il pubblico viene suggerito l’uso delle mascherine chirurgiche per bloccare il virus in uscita ma a seconda dell’attività svolta si potrebbe cambiarle con le Ffp1o Ffp2.
Per il personale medico e infermieristico specializzato, invece, servono necessariamente le Ffp3.
Il Virus, l’ambiente, le persone
La crisi globale mostra che i governi hanno gli strumenti e le competenze per intraprendere azioni urgenti: sia in merito alle misure restrittive per la salute delle persone, sia per quello che concerne il contenimento delle crisi economiche.
Lentamente i contagi si stanno riducendo, anche grazie alle azioni decise dei cittadini, quindi si potrebbe puntare parallelamente ad azioni specifiche, per occuparsi di uno sviluppo sempre più sostenibile.
Attualmente si sa che la pressione antropica sugli habitat naturali potrebbe portare alla diffusione di altre epidemie sul pianeta. Per la salute delle persone non si può tralasciare il fatto che i cambiamenti ambientali hanno un importante impatto sull’emergere di determinate malattie infettive.
La domanda, forse, dovrebbe essere diversa, da: “prima la salute o l’economia?”
Si potrebbe giungere a “come evitare di avere un impatto così grave sull’ambiente per il benessere e l’equilibrio della vita sulla terra?”