I permessi per la costruzione di piscine interrate e semi-interrate

Non esiste un modo più piacevole e rilassante per combatterei caldo estivo di un bagno fresco e rigenerante dentro ad una piscina. La piscina interrata e semi-interrata è il sogno di innumerevoli persone, ma spesso e volentieri la voglia di averne una e l’entusiasmo della sua realizzazione viene smorzato dal numero di permessi e di documenti che le amministrazioni richiedono per procedere all’installazione. La questione fondamentale di queste tipologie di piscina è che per poter essere installate necessitano di uno scavo, e tale procedura rientra nell’ambito edilizio, che sottostà a numerose e rigide norme tecniche e leggi. Se si desidera realizzare questo incredibile sogno, allora bisogna rimboccarsi le maniche e – a fronte di spese non trascurabili – iniziare a redigere tutti i documenti necessari e corretti che la costruzione di una piscina interrata richiede.

In linea generale, le leggi sono abbastanza ambigue e generiche e lasciano un largo margine di interpretazione alle Regioni (accordo Stato-Regione) ed ai Comuni: infatti, le domande sotto forma di documenti specifici vanno poste proprio al Comune di Residenza del privato che decide di costruire una piscina interrata. Il Comune, per esempio, deve accertarsi che la costruzione non inquini visivamente il paesaggio, che non lo deturpi, che non sia pericoloso, che rispetti le norme antisismiche, che non preveda l’abbattimento di alberi protetti, e così via.

Il documento necessario è un atto che dichiara l’inizio della costruzione dei lavori e riporta le caratteristiche del progetto. Esistono due documenti in tal senso: il Permesso di Costruire, e lo SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Vediamo insieme quando è necessario compilare un Permesso e quando uno SCIA, e le principali caratteristiche e differenze tra questi due documenti.

La Segnalazione Certificata di Inizio Attività

Lo SCIA (ex-DIA, Denuncia di Inizio Attività) è un documento atipico: si tratta di un documento nel quale il privato dichiara che sta iniziando ad effettuare dei lavori di scavo ed installazione in suolo privato. A questo documento, con una natura di auto-responsabilità, deve essere allegato tutto ciò che riguarda e descrive il progetto: le specifiche tecniche, impiantistiche, le rifiniture ed i dettagli estetici; senza alcuna eccezione. Il privato, una volta depositato correttamente lo SCIA allo Sportello Unico per l’Edilizia del proprio Comune, può procedere con l’avvio del cantiere. Il Comune ha 30 giorni di tempo per esaminare il progetto ed osservare che esso rispetti in ogni sua parte le norme tecniche e le leggi vigenti. In questo lasso di tempo, l’ente ha il compito di inibire i lavori o di permetterne il proseguimento. Scaduti i 30 giorni, vale il principio del silenzio-assenso ed il privato può continuare con la costruzione della propria piscina.

Lo SCIA interessa chiunque abbia intenzione di costruire una piscina il cui volume è inferiore al 20% del volume dell’immobile principale.

Il Permesso di Costruire

Questo permesso, invece, riguarda le piscine interrate e le nuove costruzioni che hanno un volume superiore al 20% dell’edificio principale. Questo documento deve essere depositato in Comune, allo Sportello Unico per l’Edilizia, e richiede la nomina di un supervisore di progetto dal parte del Comune stesso.

Questo supervisore, un professionista, dovrà revisionare personalmente il progetto (allegato al Permesso di costruire) in tutte le sue specifiche tecniche e nel rispetto delle norme. A differenza del documento analizzato il precedenza, il permesso di costruire non dà la possibilità di cominciare i lavori, ma necessita di un avviso da parte del Comune, il quale ha a disposizione 30 giorni per promuovere il progetto, bocciarlo o chiedere una revisione e correzione. In quest’ultimo caso, il privato ha 30 giorni di tempo per sistemare il progetto e correggerne le problematiche tecniche o di legge.