cartomante

Come nasce il mestiere di cartomante

La cartomanzia è una delle arti divinatorie più diffuse al mondo, specialmente perché non è complessa da imparare e può essere svolta ovunque in pochi minuti, senza grandi spese per i materiali. Il mestiere di cartomante è davvero antichissimo, in realtà: niente a che vedere con i siti web che offrono servizi di cartomanzia al telefono e le app di divinazione per lo smartphone.

Scopriamo insieme la storia di questo mestiere.

Le prime attestazioni

Il primo popolo ad aver lasciato tracce delle proprie attività di cartomanzia è quello dei Babilonesi. Immersi nella Mezzaluna fertile, nel moderno Medio Oriente, sovrani e nobili consultavano dei lettori di carte che predicevano loro il futuro, interrogavano le divinità in merito alla prosecuzione della dinastia e discutevano delle possibilità di guerre ed alleanze.

La pratica all’epoca era riservata ai ceti più abbienti e nobili della società, e non a tutta la popolazione, che faticava in modo inesprimibile a sopravvivere.

Un salto nel 1500

Saltiamo avanti di molti millenni. Il motivo è semplice: le carte non sono state, per molti secoli e per tante popolazioni, il modo migliore e più scelto per predire il futuro. A partire dalle popolazioni etrusche si diffuse l’arte dell’aruspicina: alcuni sacerdoti erano incaricati di ispezionare le viscere degli animali sacrificati o macellati, oppure il volo degli uccelli, o ancora le volute di fumo dei roghi per capire cosa riservasse il futuro per la popolazione o per chi faceva l’offerta. Greci e Romani si attagliarono alla stessa prospettiva, e l’avvento del cristianesimo fece decadere queste pratiche, considerate blasfeme.

E’ solo dal 1500 che in Italia e la Germania si diffuse nuovamente la lettura dei tarocchi. I cartomanti venivano guardati con rispetto e con paura, perché accoglievano re, principi e nobili in studi esoterici, misteriori e opprimenti, e la popolazione li considerava dotati di qualche potere soprannaturale. Le donne che facevano la lettura delle carte oppure che conoscevano altre arti divinatorie vennero perseguitate duramente durante la caccia alle streghe, durante la quale chiunque non si attagliava perfettamente al modello di comportamento prescritto dal cristianesimo era guardato con sospetto.

Il 1800 e l’epoca vittoriana

L’Inghilterra del 1800 fu un luogo floridissimo per cartomanti e divinatori. Affascinata dalle teorie esoteriche ed esotiche, la popolazione si affidava a maghi, lettori di carte, sfere di cristallo, medium e persone in grado di parlare con gli spiriti dei defunti. L’epoca fu contraddistinta da un grande oscurantismo religioso, che si sfogava però in ogni genere di pratica di predizione del futuro. Addirittura la regina Vittoria aveva un cartomante personale che la consigliava nelle manovre di governo.