Lungo la costa della regione a nord della Francia, si è decisa la svolta della Seconda Guerra Mondiale iniziando la fase di liberazione dell’Europa dal nazismo. La Normandia è passata alla storia come luogo in cui avvenne una delle più complesse operazioni militari di tutti i tempi identificata con il nome in codice di Operazione Overlord, nota in seguito come sbarco in Normandia . All’alba del 6 giugno 1944 si consumava qui il momento più atteso della storia europea, allo stesso tempo uno degli eventi bellici più violenti che quantificò un elevato numero di vittime sia tra i militari sia tra i civili.
Il giorno fissato per lo sbarco degli anglo-americani era inizialmente il 5 giugno, ma avverse condizioni meteo fecero slittare l’operazione al giorno seguente. Pare ci sia stato proprio un errore nelle previsioni calcolate dai meteorologi inglesi, i quali ipotizzarono una tregua tra la tempesta che si scagliava sulle coste francesi tra il 5 e il 6 giugno, consentendo lo sbarco. In realtà non fu proprio così, l’approdo delle navi fu possibile solo per un lieve indebolimento dei venti. L’errore di valutazione fu, comunque, a vantaggio degli anglo-americani, poiché colsero quasi di sorpresa i tedeschi, che pur avendo schierato le forze in attesa dello sbarco, non si aspettavano l’arrivo prima delle due settimane successive, immaginando di dover necessariamente attendere migliori condizioni meteo, molti uomini erano nelle retrovie. Hitler aveva fatto predisporre un sistema di fortificazioni noto come Vallo Atlantico lungo tutta la costa francese e aveva concentrato sul territorio ben sessanta divisioni militari, corrispondenti a circa un quarto dell’intero esercito tedesco. Eppure lo sbarco non riuscì a impedirlo, sebbene fossero piuttosto ingenti le perdite dei militari. La battaglia che ebbe luogo durante “Il giorno più lungo”, come lo definì il generale tedesco Rommel, fu denominata anche “battaglia delle spiagge”.
Ripercorriamo brevemente le tappe e i luoghi che hanno segnato la storia.
Il segnale di iniziare l’operazione, venne dato alle truppe anglo-americane alla mezzanotte del 6 giugno 1944. Ecco i numeri delle forze armate impegnate: 5.000 navi e mezzi anfibi, 104 cacciatorpedinieri, 130.000 soldati pronti a raggiungere la costa via mare, 20.000 paracadutisti. Gli sbarchi erano previsti lungo tutto il litorale, suddiviso in cinque zone corrispondenti alle spiagge di Utah, Omaha, (nelle quali sbarcarono le forze degli USA), Gold, Juno e Sword (dove giunsero gli inglesi e i canadesi).
I primi a toccare il suolo francese furono i paracadutisti; a decine i paracadutisti uccisi, colpiti in aria dal fuoco nemico, molti, anche se giunti incolumi a terra si ritrovarono al posto sbagliato.
All’alba, la più grande flotta marittima armata della storia si avvicinò alla costa e di prima mattina le truppe toccarono terra, anche in questo caso tra mine, colpi di mitragliatrici e mortai sparati dai tedeschi, le vittime furono molte. Le prime spiagge che alle 06.30 videro iniziare lo sbarco via mare furono Utah e Omaha. Quest’ultima fu teatro della più sanguinosa vicenda dello sbarco in Normandia, venne, infatti, successivamente chiamata la bloody Omaha, dove l’aggettivo inglese si traduce come insanguinata. Qui i tedeschi, in difesa dello sbarco anglo-americano, avevano schierato i cannoni. Soltanto sulla spiaggia di Omaha, si contarono oltre 2.000 soldati alleati morti dei circa 10.000 persi in totale durante l’operazione. Le truppe rimaste iniziarono la marcia verso le zone interne, oltre la costa del territorio francese, riuscendo ad assaltare i tedeschi a Pointe du Hoc.
Poi fu la volta dello sbarco sulle spiagge di Gold, Sword e Juno, man mano le truppe conquistano terra, raggiunsero le scarpate più alte e l’entroterra di Sword.
Alla mezzanotte tra il 6 e il 7 giugno gli inglesi avevano già raggiungono la periferia di Bayeux.
Sono ben ottanta i chilometri di costa francese che hanno fatto da sfondo a questo importante evento bellico della storia. Oggi sono ripercorribili scoprendo le tracce che rimangono a testimonianza di tutto ciò.
Ad Arromanches, durante la bassa marea, si possono vedere i resti di Port Winston. Si tratta di un porto artificiale costruito dagli inglesi in brevissimo tempo, un solo giorno, per scaricare sulla costa della Normandia tutto ciò che era necessario a proseguire l’avanzata in Francia all’indomani dello sbarco. Il ponte, progettato per durare pochi mesi, restò attivo per ben sei e permise lo sbarco di circa oltre 2,5 milioni di uomini, 4 milioni di tonnellate di rifornimenti e circa 500.000 veicoli. Proprio nei pressi dove sorgeva questo porto artificiale, è oggi visitabile un museo sorto per far conoscere la storia dello sbarco in Normandia tramite filmati, fotografie e documenti dell’epoca.
Invece, là dove si consumò lo sbarco più sanguinoso, su Omaha Beach, è molto impressionante la quantità di croci bianche allineate sul prato verde, ciascuna per ogni militare caduto durante l’operazione militare: 9386. È il Cimitero Americano di Colleville sur Mer, al centro un monumento commemorativo, il Muro dei Dispersi, porta incisi 1557 nomi.
Sul promontorio di Pointe du Hoc il terreno è ancora segnato dalle bombe scagliate durante lo sbarco, sono numerosi i crateri ancora visibili come cicatrici indelebili. In alcune punti si notano ancora tracce delle fortificazioni realizzare dai tedeschi. È in questo luogo che gli anglo-americani affrontarono lo scontro a fuoco più cruento e difficile. Sotto lo sparo dei cannoni riuscirono nell’ardua impresa di scalare la roccia che forma una scogliera alta 30 metri che poi si estende su un pianoro per circa 6 km, oggi si riconosce questa enorme distesa perché costellata dalle buche lasciate delle bombe. Qui gli anglo-americani riuscirono a distruggere le linee tedesche dei soldati asserragliati nei bunker.
Un viaggio in Normandia sarebbe ideale per ripercorrere tutte le tappe alla scoperta dello Sbarco in Normandia, Cosa ne pensate?