Il packaging farmaceutico per i pazienti fragili

Entro il 2050 nel mondo ci saranno circa 2 miliardi di persone di età pari o superiore a 60 anni. Tali stime ci aiutano a porre l’accento sulla necessità di avere a disposizione strumenti in grado di affrontare complessità e sfide derivanti dall’avanzare dell’età, compresa la maggiore fragilità dei pazienti.

Chi sono i pazienti fragili

La fragilità non è uno stato delimitato dalla sola età anagrafica, si può essere pazienti fragili a qualsiasi età. Nei pazienti più anziani, però, si manifesta con maggiore frequenza. Non esistono screening standardizzati e convalidati per diagnosticare la fragilità, motivo per cui chi fa parte del mondo sanitario, dai produttori di packaging farmaceutico fino agli operatori sanitari, deve essere formato sulla fragilità dei pazienti.

Se vogliamo trovare una definizione di fragilità, possiamo dire che si tratta di una condizione che riduce le possibilità di un individuo di riprendersi da un evento traumatico o stressante. Fisiologicamente, la resilienza diminuisce con l’età e, man mano che l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) inizia a cedere nel tempo, anche la capacità di riprendersi dallo stress diminuisce. Inoltre, la malattia accelera il processo di invecchiamento e l’invecchiamento stesso compromette la capacità di riprendersi dallo stress e tornare allo stato funzionale originario.

Un’altra definizione clinica di fragilità si riferisce anche a segni e sintomi associati alla salute mentale, inclusi i comportamenti cognitivi e sociali. Secondo questa definizione, la fragilità può essere suddivisa in tre categorie: fragilità fisica, fragilità cognitiva e fragilità psicosociale.

L’approccio patient-centered nel packaging farmaceutico

I prodotti sono creati in gran parte per rispondere a un bisogno o a un desiderio. Alcuni di essi servono a risolvere problemi o migliorare il livello di sicurezza, mentre altri hanno uno scopo ludico o di intrattenimento. In tutti i casi, sviluppare un prodotto considerando l’esperienza dell’utente finale contribuisce a creare prodotti non solo funzionali e fruibili, ma anche desiderati. Il processo di progettazione in ottica user-centered è sostenuto dagli obiettivi, dalle preferenze e dai bisogni delle persone che acquisteranno e utilizzeranno effettivamente il prodotto. Globalmente ci si sta muovendo in questo senso, specialmente prestando maggiore attenzione al tema dell’accessibilità dei prodotti. La ISO/IEC Guide 71:2014 è una guida sviluppata proprio per assicurare che vengano rispettati standard relativi all’accessibilità nella progettazione dei prodotti e del packaging degli stessi.

Se tutto ciò è vero per il mercato nel suo insieme, nel mondo del packaging farmaceutico assume una sfumatura ancor più fondamentale. Progettare packaging farmaceutico per i pazienti fragili, significa trovare delle soluzioni affidabili per assicurare la somministrazione di farmaci ad anziani e a tutte quelle categorie di pazienti non autosufficienti o con disabilità momentanee e non.

Lo studio Food Packaging Design Accessibility Guidelines di Arthritis Australia definisce una serie di linee guida necessarie per progettare e produrre packaging più inclusivo, nel settore alimentare come in tutti gli altri. Riportiamo le prime 10 che si adattano anche al mercato del packaging farmaceutico:

  • Guideline 1: assicurarsi che il prodotto sia facile da impugnare, in modo che si adatti alla mano, e da controllare.
  • Guideline 2: fornire un’area sufficiente per applicare la forza per aprire o rimuovere l’imballaggio.
  • Guideline 3: per prodotti destinati a essere afferrati con una mano, lo spazio di presa non deve superare i 71 mm, altrimenti integrare sistemi aggiuntivi per facilitare la presa.
  • Guideline 4: ridurre la necessità di un controllo motorio di precisione.
  • Guideline 5: non richiedere l’uso di strumenti.
  • Guideline 6: evitare spigoli vivi.
  • Guideline 7: ridurre al minimo il numero di azioni necessarie per la rimozione del packaging.
  • Guideline 8: non richiedere azioni simultanee. Per prodotti pericolosi, utilizzare sistemi di apertura intelligenti invece del tipico tappo a pressione e rotazione.
  • Guideline 9: se l’imballaggio è destinato ad essere strappato, fornire una striscia perforata o bordi seghettati.
  • Guideline 10: fornire un punto di presa sufficientemente ampio per le aperture.

Accanto all’inclusività del packaging si stanno sviluppando una serie di soluzioni in ambito Internet of Things, che permettono di rendere la somministrazione dei farmaci più semplice, ma anche più controllata e connessa. Il cosiddetto Smart Packaging è una soluzione facilitante per tutti i pazienti, ma acquista un valore aggiunto se parliamo di pazienti fragili, poiché diventa un utile strumento per programmare la terapia, garantire un dosaggio più accurato e in generale garantire maggiore patient adherence. In questo ambito, ad esempio, troviamo MediClicker di Bormioli Pharma, un sistema composto da un flacone e da un erogatore smart, che consente di programmare e definire il dosaggio delle pillole; o anche OptiMist, un nebulizzatore IoT per medicinali oftalmici collegato a un’app dedicata che permette di avviare la nebulizzazione seguendo le istruzioni sul device, che sarà anche in grado di fornire feedback per ottimizzare l’uso del prodotto.

Secondo lo studio Exploring How and Why to Develop Patient-Centered Packaging: A Multiple-Case Study with Pharmaceutical Companies di Giana Carli Lorenzini e Annika Olsson l’approccio patient-centered nello sviluppo del packaging farmaceutico facilita l’approccio al farmaco e aiuta i pazienti a diventare confidenti con la sua assunzione. Inoltre, questo tipo di packaging si adatta allo stile di vita dei pazienti, senza creare interruzioni nelle loro abitudini.

Da sempre il packaging farmaceutico è stato più orientato alla protezione del farmaco, che alla sua facilità di utilizzo. Tra le difficoltà più diffuse che si sono riscontrate c’è l’apertura delle confezioni, accentuata nei pazienti fragili che hanno una forza ridotta o condizioni che compromettono le funzionalità degli arti. Una difficoltà da non tralasciare è legata alle norme che obbligano i produttori di packaging farmaceutico a introdurre chiusure anti-manomissione, che però possono influire negativamente sull’accessibilità ai farmaci da parte dei pazienti.

Fortunatamente oggi i reparti Ricerca&Sviluppo sono sempre più sensibilizzati alla necessità di individuare soluzioni che siano in grado rispondere alle esigenze di tutti i pazienti, anche e soprattutto i più fragili. Il packaging farmaceutico ha, infatti, un enorme potenziale per contribuire a migliorare le esperienze dei pazienti e i risultati dati dall’uso dei farmaci. Dal 2014, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti sta cercando di stabilire gli standard dell’approccio patient-centered, discutendo direttamente con i pazienti l’impatto che hanno le malattie nelle loro vite. Per questa ragione è nata la Patient Engagement Advisory Committee (PEAC), composta da pazienti, operatori sanitari e rappresentanti di gruppi di difesa dei pazienti. L’obiettivo è aumentare l’influenza e il livello di partecipazione dei pazienti nelle decisioni che incidono direttamente sulla loro assistenza sanitaria, dagli studi clinici alla somministrazione dei trattamenti medici.

È quindi importante progettare packaging inclusivi, perché il design per i pazienti più fragili garantisce un’esperienza di utilizzo migliore anche a tutti gli altri.