Per chirurgia refrattiva si intende l’insieme di varie tecniche laser utilizzate per migliorare e addirittura risolvere completamente i principali difetti visivi o patologie particolari che colpiscono la superficie dell’occhio.
I principali difetti visivi che possono essere corretti con la chirurgia refrattiva sono la miopia, l’astigmatismo, l’ipermetropia e in alcuni casi anche la presbiopia.
I soggetti colpiti da miopia presentano una curvatura eccessiva della cornea, di conseguenza l’immagine non viene messa a fuoco sulla retina ma davanti dando una visione sfocata di quello che viene osservato in lontananza, mentre è buona la visione da vicino.
In caso di ipermetropia le immagini vengono messe a fuoco dietro la retina, per questo motivo risulta difficoltosa la visione da vicino.
Chi è astigmatico invece ha una curvatura disomogenea della cornea, questo difetto la rende non perfettamente sferica, dando di conseguenza una visione offuscata sia da lontano che da vicino.
In che cosa consiste la chirurgia refrattiva?
La chirurgia refrattiva, permette grazie all’utilizzo di un laser ad eccimeri di eliminare delle piccolissime parti con una precisione estrema e di rimodellare così la cornea, in modo da permettere una visione nitida senza l’utilizzo di occhiali o lenti a contatto.
Grazie all’energia che produce il laser si ha una evaporazione del tessuto in maniera selettiva (senza danneggiare quindi i tessuti vicini).
Esistono diverse metodiche di chirurgia laser che hanno raggiunto nel corso degli anni grande precisione e sicurezza. La prima, e meno recente, è la PRK o cheratectomia fotorefrattiva. Tramite questa tecnica viene asportato meccanicamente lo strato più esterno della cornea in modo da poter modificare la curvatura della superficie corneale.
Il trattamento dura massimo 60 secondi e al termine viene applicata una lente a contatto morbida con funzione protettiva, da tenere per tutto il decorso post operatorio (circa 4-5 giorni)
Questa tecnica ha il vantaggio di essere rapida e di facile esecuzione, anche se è maggiore il dolore post-operatorio e più frequente il rischio di avere opacità corneali.
Prima dell’intervento di PRK vengono messe delle gocce di anestetico per intorpidire la superficie corneale e un antibiotico per prevenire eventuali infezioni. Al momento dell’intervento viene messo uno speculum che impedisce di sbattere le palpebre e al paziente viene chiesto di fissare una luce per tutta la durata dell’intervento. Al termine viene posizionata una lente a contatto da tenere per 4-5 giorni.
Altra tecnica di chirurgia refrattiva molto diffusa è il FEMTOLASIK o cheratomileusi laser assistita. Questa tecnica di più recente insorgenza utilizza due tipi di laser, uno detto a “femtosecondi” che crea un taglio sulla cornea e il lembo corneale superficiale viene sollevato così da poter intervenire sullo strato corneale sottostante. A questo punto con il laser ad eccimeri viene fatta la correzione del difetto visivo, dopo di che il lembo di cornea precedentemente sollevato viene riposizionato in sede dove si salda spontaneamente. Questa tecnica ha il vantaggio, come spiega il prof. Dario Severino esperto nazionale di questa nuova tecnologia, di essere completamente indolore anche dopo la fine dell’intervento e permette un recupero totale della vista in poche ore. La preparazione dell’intervento è simile al PRK, viene quindi installato un collirio anestetico e viene detto al paziente di fissare una luce guida fino al termine dell’operazione.
Principali differenze tra Femtolasik e PRK: quale metodologia scegliere?
Tutte e due le procedure summenzionate utilizzano un laser ad eccimeri che andrà a rimodellare la cornea e a eliminare i difetti di rifrazione che impediscono una visione nitida. Durante la PRK come abbiamo visto, il laser viene usato direttamente sulla superficie corneale mentre con la lasik viene prima creato con il laser a femtosecondi un lembo corneale molto sottile che al termine dell’intervento viene riposizionato sulla cornea stessa.
Sarà lo specialista, dopo un’accurata visita oculistica e uno studio approfondito sia del difetto visivo che della morfologia dell’occhio, a decidere quale sarà la tecnica più indicata a seconda del paziente che ha di fronte. La forma della cornea viene studiata dall’oculista con un tomografo corneale mentre per studiarne lo spessore viene utilizzato un pachimetro.
Cosa deve fare il paziente prima e dopo l’intervento?
Prima dell’intervento è necessario che il paziente sospenda l’utilizzo delle lenti a contatto almeno nelle due settimane antecedenti, questo perchè la lente a contatto può causare delle deformazioni della cornea. E’ inoltre da evitare l’esposizione degli occhi al vento forte e a tutte quelle condizioni che possono portare a un’infezione oculare.
Dopo l’intervento è invece importante seguire tutte le indicazioni date dal chirurgo e data la particolare sensibilità dell’occhio nel post-intervento è utile non esporsi a lampade per l’abbronzatura, indossare occhiali da sole per proteggersi dal vento, dal fumo, dai vapori. Evitare inoltre bagni in piscina o al mare e di entrare in contatto con saponi e prodotti per la pulizia personale.
Risultati nel lungo termine con la chirurgia refrattiva
Tutte le tecniche di chirurgia refrattiva in uso negli ultimi anni, permettono una correzione del difetto visivo e quasi tutti i pazienti migliorano l’acuità visiva. Il miglioramento tuttavia non è quantificabile soprattutto per i casi di miopia grave. Alcuni di questi pazienti infatti potrebbero aver bisogno di ricorrere agli occhiali o alle lenti a contatto anche se il difetto di rifrazione da correggere sarà comunque inferiore.