Il TFR, acronimo di trattamento di fine rapporto, consiste nella somma di denaro che viene riconosciuta ai dipendenti al momento della cessazione definitiva del loro rapporto di lavoro. Il TFR viene calcolato sulla somma di ogni anno di lavoro una quota pari all’importo della retribuzione, dovuta per l’anno stesso, che poi viene divisa per il coefficiente 13,5.
I fondi pensione, uno strumento di previdenza complementare che sta conoscendo una sempre maggiore diffusione, permettono di destinare direttamente ad essi il Tfr. Il lavoratore, insomma, al momento dell’assunzione, è tenuto a fare una scelta: o scegliere di farsi liquidare il TFR nel fondo pensione, o lasciarlo in azienda.
I fattori di scelta che possono guidare una persona a lasciare il TFR in azienda o nel fondo sono diversi. Bisognerebbe valutare alcuni parametri che sono: i costi di gestione dei fondi pensione, le regole previste per la tassazione sul TFR, la presenza oppure no di agevolazioni fiscali in sede di dichiarazione dei redditi, l’età del lavoratore quando è chiamato a fare la scelta, e quale è la differenza fra i rendimenti del fondo pensione o la rivalutazione del TFR.
I criteri di scelta
Vediamo uno ad uno i criteri di scelta che possono far maturare una decisione consapevole e non fatta a caso.
- I costi di gestione. In primo luogo la scelta dovrebbe prendere in considerazione quanto costi lasciare il TFR in azienda per la rivalutazione oppure destinarla al fondo pensione. I costi di gestione dei fondi pensione sono ovviamente diversi, sulla base del fatto che si tratti di fondi aperti o chiusi (in genere i costi sono più bassi per i fondi chiusi). Invece, come si sa, lasciare il TFR in azienda non ha costi per il lavoratore.
- Il regime di tassazione. Bisogna prendere in considerazione anche il regime di tassazione che è una delle variabili di scelta, quando si è chiamati a lasciare il TFR in azienda o destinarlo alla previdenza integrativa. La tassazione può cambiare di anno in anno grazie alla Legge di Stabilità, quindi vale la pena guardare di volta in volta quali siano le leggi in materia. Sulla base di ciò, di anno in anno può essere fiscalmente più conveniente lasciare in azienda il TFR oppure destinarlo al fondo pensione.
- Agevolazioni fiscali. Destinare il TFR al fondo pensione non permette di usufruire di diverse agevolazioni fiscali. Ad esempio la parte di reddito che viene versata per il fondo pensione chiuso non viene conteggiata ai fini Irpef fino ad un certo tetto annuale, ma ciò non vale per il Tfr.
- Fattore età. Il fattore età conta perché il lavoratore più giovane potrà investire su un fondo pensione con più interesse di un lavoratore in età avanzata al quale manchi poco alla pensione.
- I rendimenti. Il fondo pensione permette di far sì che i soldi depositati siano investiti sui mercati finanziari e di conseguenza generino un rendimento annuale. Il rendimento finanziario, quindi, è uno degli elementi più importanti per effettuare la scelta di dove lasciare il TFR. Ovviamente ogni fondo pensione ha rendimenti (e rischi connessi) diversi. Invece la regola per la rivalutazione del TFR in azienda si rivaluta ogni anno del 75% del tasso di inflazione, più una misura fissa dell’1,5%; quindi in pratica il TFR si rivaluta sempre tranne ari casi di inflazione.
I vantaggi del TFR nel fondo pensione
I vantaggi del destinare il TFR al fondo pensione sono davvero tanti. Basti vedere questo articolo pubblicato sul sito propensione che spiega i vantaggi del TFR nel fondo pensione che riassume alcuni dei punti a favore del lasciare il TFR nel fondo della pensione complementare.