L’anatocismo bancario prende il suo nome dal greco ed è un termine utilizzato per riferirsi a una pratica molto nota in ambito bancario, non del tutto legale in Italia, per capitalizzare gli interessi passivi e ottenere più denaro in cambio.
Analizziamo meglio l’argomento dell’anatocismo bancario esaminando:
- cosa significa questo termine;
- se è possibile chiedere un risarcimento quando si individua questa pratica;
- cosa dicono le ultime sentenze a riguardo.
Cosa significa anatocismo bancario
Anatocismo bancario, come riporta Debitobancario.it, è un termine che si usa per individuare la pratica per cui gli interessi passivi, calcolati su una somma di denaro dovuta, vengono considerati come base di calcolo per ulteriori interessi.
La banca fa anatocismo bancario quando, alla somma di denaro del credito, aggiunge gli interessi che devono essere pagati su tale somma e usa questo valore complessivo per calcolare ulteriori interessi.
Questi sono comunemente chiamati “interessi composti”.
Ovviamente in questo modo, la base di calcolo degli interessi sarà maggiorata e, di conseguenza, l’importo da pagare come interesse per il prestito sarà più alta.
Anatocismo bancario, è possibile chiedere un risarcimento?
Quando si individua un comportamento con anatocismo bancario da parte della banca, è possibile chiedere un risarcimento?
In un contesto giudiziario, il codice civile stabilisce che gli interessi sugli interessi (detti interessi composti oggetto dell’anatocismo bancario) possono essere richiesti solo se gli interessi principali sono considerati scaduti e non pagati da almeno sei mesi.
In tutti gli altri casi, attraverso l’iter giudiziario, è possibile richiedere il risarcimento dei danni subiti sul pagamento degli interessi composti.
Questo è il testo dell’art 1283 del codice civile:
“In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi”.
Le ultime sentenze sull’anatocismo bancario
L’anatocismo bancario è stato normato sin dal 1999 attraverso alcune sentenze, poco recenti, e poi successivamente con l’adeguamento a tali norme da parte del Cicr.
La sentenza n. 9140 del 19/05/2020, molto più recente, è tornata ad evidenziare l’illegittimità dell’anatocismo bancario nonostante l’adeguamento del Cicr negli anni 2000.
La Corte Suprema infatti ha deliberato che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’adeguamento del Cicr non è sufficiente per rendere legittimo l’anatocismo bancario, per cui questa si considera pratica illegittima.
Negli ultimi due anni, dalla sentenza sopra citata, si possono trovare altre sentenze che riguardano casi specifici, che danno diritto al debitore di richiedere il risarcimento del danno subito a seguito della pratica dell’anatocismo bancario da parte della sua banca (l’Ordinanza n. 4321/2022 della Corte di Cassazione e La sentenza n. 4078/2022 della Cassazione Civile ne sono alcuni esempi).