Tutto il mercato della cannabis legale trema: da Roma è arrivata la conferma che il Ministro della Salute Speranza inserirà i preparati liquidi ad uso alimentare nel Testo Unico Stupefacenti, rendendo di fatto illegale la vendita al di fuori dai circuiti farmaceutici.
Una decisione che avvantaggia solamente i colossi farmaceutici e taglia le gambe ai produttori. Ne abbiamo parlato con Stefano, coltivatore e venditore di cannabis legale.
Salve Stefano. Quale pensi saranno le conseguenze economiche di questa decisioni sulla tua azienda?
Temo saranno disastrose. Nella mia società quasi il 70% dei dipendenti hanno meno di 30 anni. Il livello medio in Italia si attesta intorno all’80%. Se il provvedimento non verrà revocato dovrò ridurre l’organico, e come me moltissimi colleghi. Parliamo di migliaia di giovani che finiranno disoccupati.
Qual è l’indotto del settore?
Al momento nel nostro paese la cannabis legale produce un indotto di circa 150 milioni l’anno, ma le cifre sono in crescita dal giorno uno. Senza questa decisione avremmo aumentato ancora, raggiungendo un’invidiabile competitività anche a livello internazionale.
La motivazione ufficiale della messa al banda dell’olio di CBD è la commercializzazione di un farmaco con lo stesso principio attivo. AIFA ha confermato pochi giorni fa.
Appunto: questa è la motivazione ufficiale. AIFA ha voluto commercializzare come farmaco per uso compassionevole uno spray a base di CBD. Sarà usato per trattare due gravissime ed invalidanti forme di epilessia infantile, che non reagiscono a nessun’altra terapia al momento.
La verità è che i pazienti sofferenti (o i loro genitori, in questo caso) avrebbero potuto continuare ad acquistare lo stesso prodotto anche tramite rivenditori non farmacisti, come la mia società e le migliaia che esistono nel paese. Il Ministero della Salute sta solamente cercando di avvantaggiare un colosso farmaceutico.
Federcanapa ha impugnato la decisione al TAR.
E non solo. Anche 70 parlamentari, specialmente di LeU, hanno fatto circolare una nota che sottoscrivo in ogni sua parte. Il CBD non comporta nessun rischio per la salute, tanto che viene, per l’appunto, prescritto anche ai bambini. Allevia disturbi dolorosi che peggiorano la vita delle persone: l’epilessia, ma anche i dolori muscolari, da artrosi, causati dal ciclo mestruale, l’insonnia, gli stati di agitazione. Scegliendo questa via si fa solo l’interesse delle cause farmaceutiche, si privano i pazienti di più canali di approvigionamento e si mette in ginocchio un settore che stava dando frutti eccezionali dal punto di vista economico e fiscale. E che ne avrebbe dati ancora di più, se fossero state prese decisioni lungimiranti, a lungo tempo. Evidentemente è una strada più comoda. Intanto, io devo pensare a quali dei miei operatori licenziare. Giovani volenterosi e talentuosi buttati fuori dal mercato per colpa di una decisione illogica: questo è l’aspetto che mi fa più arrabbiare in assoluto.