Photo by Whhalbert / CC BY-SA 4.0
Macao è un fazzoletto di terra di poco più di 30 chilometri quadrati alla foce del Fiume delle Perle che si affaccia sul mar Cinese meridionale.
Anticamente annessa all’impero della Cina, venne conquistata dai portoghesi nel 1535 e prima della conquista di Hong Kong da parte dell’impero britannico, rappresentò la porta europea all’oriente. Le missioni dei gesuiti che tentarono di evangelizzare la Cina Ming, partirono proprio da qui e la città-stato fu anche centro d’intense relazioni commerciali tra Giappone e Cina (la triangolazione degli scambi di oro e argento tra i due Paesi passava da qui).
I giapponesi convertiti al cristianesimo e perseguitati in patria durante la seconda metà del XVI secolo e nel corso del XVII secolo, si trasferirono qui e contribuirono alla costruzione di uno dei simboli di Macao, la Chiesa di San Paolo.
Di questo edificio sacro del XVI secolo, che all’epoca dell’inaugurazione doveva risultare davvero imponente, non resta che la scalinata d’accesso e la facciata monumentale. Questa copia “orientale” della Chiesa del Gesù di Roma, progettata da San Carlo Spinola (martire gesuita ucciso durante le persecuzioni anticristiane in Giappone), venne quasi completamente distrutta da un incendio divampato nel 1835 che purtroppo mandò in fumo anche la biblioteca ivi conservata, considerata una delle più ricche dell’intero oriente.
Salvo un breve passaggio sotto l’influenza spagnola, la città restò sempre sotto il dominio portoghese ma progressivamente perse d’importanza, offuscata dalla vicina Hong Kong.
Con il tempo il malcontento verso i colonizzatori crebbe sempre di più, portando la popolazione alla celebre rivolta del 1967, culmine dell’escalation anticolonialista che portò il Portogallo a riconoscere la sovranità cinese sul territorio – ufficializzata tuttavia soltanto nel 1999 – dopo ben 442 di controllo lusitano.
Come Hong Kong anche Macao è una regione cinese a “statuto speciale” e secondo il trattato sino-portoghese firmato nel 1993, lo stile di vita, i diritti e le libertà dei cittadini resteranno invariati per 50 anni. I cittadini di Macao e le sue istituzioni godono infatti di un elevato grado di autonomia nella gestione degli affari interni, l’ingerenza della Cina è per il momento limitata alla difesa e agli affari esteri.
La movimentata storia del Paese si riflette sulla toponomastica e sullo stile della città. Ad esempio ci si accorge del passato da colonia dell’impero portoghese nei nomi delle vie (che sono per l’appunto in portoghese), nell’architettura del centro storico (patrimonio dell’Unesco dal 2005, in pieno stile coloniale lusitano) e al ristorante dove si gustano i piatti della tradizione portoghese con alcuni interessanti varianti fusion, mentre le pasticcerie sfornano vagonate di pastel de nata…
Il presente capitalista a trazione cinese è invece rappresentato dagli enormi grattacieli e dagli immensi casinò che riproducono intere città come il Venetian Macao, che proietta i turisti dentro una copia perfetta di Venezia con tanto di gondole e canali o come il Parisian Macao, che invece riproduce dettagliatamente alcuni scorci della capitale francese e vanta persino una versione ridotta della Torre Eiffel.
I poderosi investimenti degli ultimi anni hanno trasformato la città in una delle mete più visitate dal turismo mondiale. Sono infatti molti quelli che vengono a Macao per il divertimento del tavolo verde e restano poi invece incantati dall’incredibile commistione di lingue, culture e tradizioni. Il nuovo ponte di cinquantacinque chilometri, voluto dalla Cina per unire Hong Kong a Macao e forse controllare ancora meglio i traffici delle due città-stato, dovrebbe portare un notevole implemento del giro d’affari di questa macro-regione. Proprio il mastodontico collegamento si è nel frattempo già trasformato in un’opera capace di attrarre un certo tipo di turismo interessato alle bizzarrie ingegneristiche.
Photo by Brenden Brain / CC BY-SA 3.0
La patinatura esteriore fatta di luci, movida, casinò e cucina squisita è accompagnata anche dalla qualità di vita al top. Macao presenta infatti uno dei tassi di mortalità infantile più bassi del mondo e aspettativa di vita ai vertici delle statistiche mondiali.
Una puntata nel Paese, magari per un viaggio d’ampio respiro su questa parte della Cina meridionale, è decisamente consigliata e regalerà un insolito tocco di vita naif e multiculturalismo in salsa orientale a due passi dall’occhio vigile e severo del Dragone.