L’estate è oramai passata da settimane e milioni di italiani sono tornati alla routine quotidiana. Molti di questi sono coppie, sposati o semplici conviventi che rientrano tra le mura domestiche. Questo ritorno è il periodo più significativo che registra un aumento di divorzi e separazioni delle medesime coppie.
È constatato che i mesi con i picchi più alti di cause per i divorzi sono marzo ed agosto, esattamente gli stessi mesi, più o meno, che coincidono con il ritorno della maggior parte degli italiani dalle vacanze invernali ed estive.
Le stesse vacanze tanto attese per combattere lo stress si trasformano in periodi di litigi e scontri che diventano la goccia che fa traboccare il vaso. A confermare queste informazioni sono i dati dell’Istat, che evidenziano un aumento di divorzi nelle settimane successive alle vacanze tradizionali.
Lo dimostra anche l’aumento di richieste di supporto e consulenza ricevute da studi professionali di avvocati. Specialmente quelli specializzati in ambito civile, come lo studio legale Le Foche e Associati operante a Latina, vengono sempre più chiamati in causa al termine dei periodi più gettonati per le vacanze estive, come luglio e agosto.
Agosto è il mese caldo delle coppie
Secondo gli studi effettuati, ci sarebbero diverse chiavi di lettura di questo fenomeno. Ci sentiamo di fare una premessa però: quando una coppia arriva alla separazione, non c’è mai una sola causa che ha scatenato la rottura.
La crisi è una situazione che cresce giorno dopo giorno, problema dopo problema e se non si sistemano queste dinamiche tempestivamente, quando il vaso si rompe è ormai troppo tardi. In particolare risulta che combattere lo stress è fondamentale per potersi relazionare al meglio con il partner.
Soprattutto i mesi più caldi con le giornate che si allungano, gli incontri sempre più frequenti con amici e la voglia di spensieratezza, aiutano nel prepararsi a prendere la fatidica decisione.
Le vacanze paradossalmente sono la miccia che scatena la rottura definitiva in una coppia già traballante. L’arrivo di un periodo di riposo dal lavoro, porta con sé normali aspettative che purtroppo vengono disilluse. Giornate al mare o in montagna passate solo a litigare, invece di godersi il meritato riposo, sono l’ultima fermata di una coppia.
Un altro motivo che differenti sociologi hanno appurato è la ripresa della stagione scolastica dei figli, sempre parlando del periodo agosto/settembre.
Le vacanze che non sono state d’aiuto e il periodo alle porte, dove i figli daranno altre problematiche, sono situazioni che si sommano a una crisi che sta montando già da tempo. Per tutti questi motivi, una volta rientrati dalle vacanze, si decide di ricorrere subito all’avvocato.
Differenti invece sono le motivazioni del mese di marzo, vediamo il perchè.
Marzo il mese della rinascita
Meno leggibili rispetto ad agosto, sono le motivazioni per cui una coppia decide di divorziare in questo periodo di marzo. Una di queste è il clima natalizio che precede questo periodo, dove si cerca di evitare di rovinare feste a parenti ma sopratutto ai figli piccoli, ad esempio. Il momento sacro e ricco di simbolismi per molte famiglie, fa da deterrente a questa dolorosa scelta, posticipando la data di un paio di mesi.
Il periodo di feste invernali porta con sé anche molte spese che rendono alcune decisioni da prendere più difficili di altre, dove una coppia tende a pensare all’economia famigliare.
Le spese affrontate e il periodo post natalizio quindi, sono le due grandi motivazioni che fanno aspettare il mese di marzo. L’arrivo della primavera e l’aumento delle attività danno la spinta motivazionale ad agire invece. Affrontando la situazione finalmente, le persone coinvolte possono riprendere in mano la loro vita.
In questo delicato passaggio, dove emozioni e ricordi hanno il sopravvento, la cosa migliore da fare è decisamente quella di rivolgersi a uno studio legale serio, dove avvocati professionisti sapranno indicare la soluzione migliore.
In oltre 50 anni sono stati più di 1.463.973 i divorzi effettuati in Italia, aumentati di molto specialmente dopo che è stata introdotta, nel 2014, la legge sui divorzi brevi. Una legge che ha permesso di ridurre da tre anni a sei mesi i divorzi giudiziali, e a sei mesi nelle cause consensuali.
I divorzi in Italia ci sono sempre stati, come raccontano i dati Istat, anche prima di questa legge chiaramente, però lo si faceva senza tutele.