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Dutasteride per curare l’alopecia androgenetica

Chi cerca una cura per l’alopecia androgenetica approfondisce il tema valutando ogni possibile strada. Se lo stai facendo anche tu sicuramente ti sei imbattuto in dutasteride, un farmaco per il trattamento della calvizia comune ancora oggi non approvato. Sia l’EMA europeo che il FDA americano infatti hanno concesso al dutasteride il “via libera” per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna.

E’ stato invece approvato in Corea del Sud e in Giappone come farmaco per l’alopecia androgenetica come potete vedere più nel dettaglio in questo articolo del sito specializzato Calviziehelp.it . Agisce come inibitore dell’enzima 5-alfa reduttasi, il quale come forse probabilmente hai già avuto modo di capire converte il testosterone in diidrotestosterone, noto anche con la sigla di DHT. Il DHT è la principale causa dell’alopecia androgenetica ma dell’ipertrofia prostatica benigna.

A differenza di altri farmaci come il finasteride che agisce solo sull’isoforma 2 dell’enzima in questione, il dutasteride agisce anche sull’isoforma 1. Rispetto a finasteride sembra che vi sia una potenza molto superiore nel contrastare il DHT. L’utilità in Europa e in America però si orienta soprattutto sulla cura dell’ingrossamento benigno della prostata. Tuttavia sappiamo bene che il DHT è la principale causa della miniaturizzazione del follicolo pilifero e di conseguenza dell’alopecia androgenetica.

Il dutasteride però è molto più potente, arriva ad abbattere il 94% del DHT. Il dosaggio del farmaco per la prostata è elevato, si parla di 0.5 mg. Non va probabilmente bene per le calvizie. Guardando al mercato giapponese invece si vede che esiste anche quello da 0.1 mg e qui si parla di alopecia androgenetica.

Come si usa?

Viene commercializzato come capsula molle, rivestita da un morbido involucro in gelatina e all’interno c’è il principio attivo liquido. Questo vale per Avodart, il nome commerciale. In italia il dosaggio ufficiale però è previsto solo per l’iperplasia prostatica ed è di 0,5 mg giornalieri. Assumere queste dosi per la calvizia androgenetica richiede di seguire indicazioni mediche molto precise, purché il medico se la senta di farvelo prendere. Anche perché gli effetti collaterali non sono dei migliori. Anche perché essendo la capsula in forma molle e dentro liquida non è divisibile.

Ci sono effetti collaterali?

Si, gli effetti collaterali non mancano. Fortunatamente, come accade un po’in tutti i farmaci, sono evenienze piuttosto rare. Gli effetti collaterali di dutasteride sono gli stessi degli altri farmaci di categoria, gli inibitori della 5 alfa reduttasi. I principali effetti comuni, riscontrati da 1 a 10 individui, sono la disfunzione erettile, difficoltà di eiaculazione e riduzione della libido. Può anche ingrossarsi la ghiandola mammaria dell’uomo.

Tra gli effetti meno comuni, quelli che colpiscono una persona su cento a livello statistico, troviamo la perdita dei peli dal corpo. Possono anche esserci reazioni immunitarie, allergie e ipersensibilità al principio attivo. Un altro effetto collaterale è il brain fog, cioè l’annebbiamento cerebrale, il quale si presenta come la difficoltà a concentrarsi. E’ anche questo un sintomo molto raro. Sui capelli alcuni utilizzatori hanno notato che può presentarsi secchezza ed effetto paglia per la ridotta produzione di sebo. Qualche dubbio sul farmaco in questione può venire parlando di emivita, la quale ha un tempo di circa 4 settimane. L’emivita è il tempo necessario per ridurre la quantità del farmaco nell’organismo. Quattro settimane è un tempo davvero molto lungo, pensate che finasteride impiega dalle 6 alle 8 ore. Lo smaltimento è assai lento una volta sospeso il farmaco e questo può essere un problema. Per quattro settimane dopo la sospensione si può continuare ad accusare i sintomi degli effetti collaterali.

Infine, sappiate che non deve essere assunto in caso di insufficienza epatica. Sappiate che è estremamente pericoloso per la donna in gravidanza che non deve nemmeno toccare il farmaco con le mani perché si assorbe per via cutanea. Può provocare malformazione nel feto a livello degli organi riproduttivi.