Come gestire la gelosia e vivere più sereni

I film romantici, i romanzi, persino alcune canzoni ci hanno insegnato che la gelosia è segno di un grande amore, di passione e desiderio dell’altro. Spesso, proprio per questo motivo la gelosia viene accettata e tollerata nella nostra società.

Questa, però, è una convinzione errata nella maggioranza dei casi.

L’innescarsi di un sentimento di gelosia di fronte a qualcuno che fa avances e ci prova col tuo partner è normale e potremmo dire naturale. Secondo alcune ricerche e ipotesi che guardano la questione dal punto di vista evolutivo, è possibile che la gelosia abbia avuto nel tempo un ruolo importante nella creazione di legami stabili a lungo termine, determinando lo sviluppo della monogamia. Gli uomini dovevano potersi garantire la fedeltà sessuale della propria partner per essere sicuri di essere i padri dei propri figli. Le donne, invece, avevano bisogno di tenere legato a sé il compagno per avere un aiuto per crescere la prole.

Ma la gelosia non corrisponde affatto all’amore.

La gelosia nasce dalla paura, più o meno realistica di perdere l’altro. Perché magari l’altro potrebbe trovare qualcuno migliore di noi. Qualcuno che potrebbe amarlo meglio o dargli di più. Di fatto, al di sotto di questo timore non si nasconde una grande passione, ma la nostra bassa autostima.

Alla base della gelosia c’è l’insicurezza.

Le radici della gelosia

Molto spesso le persone gelose lo sono senza un reale motivo. Non c’è nessuno che insidia il partner, il rivale è soltanto ipotetico, presente nella loro mente e nei loro incubi. Le cause più comuni di gelosia sono:

  • Bassa autostima
  • Forme di nevrosi
  • Sensazione di insicurezza e possessività
  • Dipendenza dal partner
  • Sensazione di inadeguatezza nella relazione
  • Stile di attaccamento insicuro ansioso 

Il sentimento della gelosia spesso affonda le sue radici nella nostra infanzia e nel modo in cui siamo stati in relazione con i nostri genitori.

Per spiegare questa situazione, ci viene in aiuto la teoria dell’attaccamento elaborata da John Bowlby.

Quando siamo piccoli, non siamo in grado di prenderci cura di noi stessi. Abbiamo bisogno di entrare gradualmente in contatto con il mondo, avendo accanto a noi qualcuno che ci rassicuri e ci stia vicino, facendoci sentire protetti, sostenuti e soddisfatti nei nostri bisogni primari. Questo qualcuno è la nostra figura di attaccamento, spesso la madre ma più in generale un genitore o qualcuno che ne fa le veci. Questa figura dovrebbe rappresentare per noi una base sicura, un luogo da cui partire per esplorare la realtà circostante e a cui possiamo ritornare quando ci sentiamo impauriti. Dovrebbe fornirci protezione e allo stesso tempo supporto e conforto emotivo.

Quando la figura di attaccamento si dimostra disponibile e accogliente, noi riusciamo a sviluppare un attaccamento sicuro che si fonda su un’immagine positiva di noi stessi, come individui degni di cura, rispetto e amore. In tal modo, viene alimentata la nostra autonomia e si forma una buona autostima di base.

Tutto questo si riflette sul modo in cui viviamo le relazioni da adulti.

Una persona con attaccamento sicuro ha la tendenza a creare legami stabili e duraturi, fondati sul rispetto e la fiducia reciproche, privi di elementi ossessivi.

Non sempre, però, il genitore è in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni del bambino. Capita, purtroppo, che le figure che dovrebbero occuparsi di noi quando siamo più fragili e bisognosi non riescano a rappresentare una base sicura. I motivi possono essere molto vari, dalle difficoltà legate al contesto in cui si vive ai disturbi mentali, difficoltà emotive non risolte, gravi traumi etc.

Questo tipo di esperienza può determinare nel bambino lo sviluppo di un legame di attaccamento insicuro, che ha forme diverse a seconda di vari fattori: insicuro evitante, insicuro ambivalente, insicuro disorganizzato.

Chi sviluppa un legame del tipo insicuro, forma un’immagine di sé come individuo non degno d’amore e avrà bisogno costante di conferme e rassicurazioni da parte del proprio partner. Questo individuo sperimenta una fortissima ansia da separazione e per questo tende a una gelosia ossessiva, che lo induce a mettere in atto comportamenti controllanti e intrusivi.

 

Come gestire al meglio la gelosia

 

Il problema con la gelosia è che causa esattamente quello di cui si ha più paura. Quando mettiamo in atto comportamenti controllanti, cercando di tenere sotto controllo il partner, di fatto lo stiamo spingendo ad andare via, ad allontanarsi. Se cerchiamo di impedire all’altro di avere relazioni sociali, se impediamo alla nostra fidanzata o compagna di indossare un certo vestito perché troppo scollato o le chiediamo costantemente di farci vedere con chi messaggia, è evidente che stiamo limitando la sua libertà.

E alla lunga, se l’altro è una persona sana, ci lascerà.

Come fare allora per imparare a gestire la gelosia e instaurare una relazione sana e matura con il proprio partner?

Il primo passo è capire da dove viene questo sentimento di gelosia, perché proviamo un timore così forte della perdita dell’altro. Devi prima conoscere la gelosia per capire come imparare a non lasciarti sopraffare e dominare da questa emozione così complessa che rischia di compromettere seriamente le tue relazioni.

In secondo luogo, è una buona idea parlarne con il proprio compagno o con la propria compagna, affrontando l’argomento con la massima serenità possibile. Ammetti la tua gelosia, esponi le tue debolezze e insicurezze e soprattutto evita di incolpare chi hai accanto di qualcosa che provi tu, non riversare la responsabilità della tua gelosia sul partner (a meno che non ci sia un vero motivo).

Poi bisogna affrontare la paura, magari con l’aiuto di uno specialista che possa affiancarti in un percorso per acquisire migliori capacità relazionali e maggiore fiducia in te stesso. Il dottor Manuel Marco Mancini, psicologo a Roma Eur potrebbe essere il professionista giusto per un consulto di tipo psicologico e per un’eventuale percorso di sostegno, sia per il singolo che per la coppia che intenda affrontare le problematiche dei partner.